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Giuseppina von Bingen



di

Guglielmo Enea

 

Si lasciò cullare dal suono di quella voce. Il taxi percorreva le strade della città bagnate dalla pioggia, lui ascoltava assorto il fluire di quella cantilena, belgrado venticinque oslo sette londra quindici via del pigneto non c'è numero. Guardava fuori dal finestrino, non aveva voglia di parlare col taxista, spesso si sentiva in dovere di farlo ma quella volta no, voleva starsene per conto suo e ascoltare quella voce.

Era una voce metallica, così usciva dal piccolo altoparlante della macchina. Ma aveva qualcosa di attraente, non era volgare e aveva un che di dolce e di estremamente femminile. Cercò di immaginarsi la proprietaria di quella voce. Chissà se era bionda, esile, dai tratti delicati, oppure scura, morbida, protettiva. Se aveva gli occhi malinconici oppure sorridenti, se era infelice o se, tutto sommato, la vita le andava bene così.

Gli venne in mente una donna che aveva conosciuto tanti anni prima, Giuseppina Von Bingen.

Pioveva la sera in cui l'aveva vista per la prima volta sotto casa di un'amica. C'era una festa, erano saliti insieme in ascensore bagnati fradici, lei aveva un pacchetto in mano, lui dei fiori, si dissero anche tu vai da Tania? Sì.

Per tutta la sera l'aveva guardata, era molto corteggiata, aveva molti amici, se ne sentì subito innamorato, ma non poté dirglielo, dopo quella sera era scomparsa.

Aveva a lungo sognato di lei. Giuseppina Von Bingen, solo a pronunciare quel nome il cuore gli faceva un balzo in petto. Era andato a spulciare certi libri in biblioteca e aveva trovato tracce di lei, la sua famiglia aveva origini antiche, discendeva da Lotario crociato morto a San Giovanni d'Acri.

Aveva pensato a lei per un anno intero, tutti i giorni e tutte le notti, a casa, al ristorante, davanti alla televisione, con gli amici, con le donne, in macchina, a piedi, sotto la pioggia, al bar, per strada, al cinema, al mercato, a letto, in viaggio, sempre. 

Poi era riapparsa. Era stata in America. Si erano incontrati per caso. Lui aveva trovato il coraggio di parlarle. Le aveva detto che l'amava. Ma nel momento stesso in cui lo diceva sentiva che non era vero più.

La voce femminile tacque di colpo, il taxista aveva spento la radio, è l'ultima corsa per stasera disse. Lui si ridestò dai suoi pensieri, guardò fuori dal finestrino, pioveva.

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